Sciare nel Far West con i Cowboy
Si questa volta siamo andati a scire con i Cowboy nel Far west. Già proprio nel far west nella patria dei Cowboy. Per chi come me fa parte della generazione X ed è cresciuto con i western di Sergio Leone e nel mito di John Wayne o di Billy the Kid girovagare tra Utah, Whyoming, Idaho non fa altro che riportarci ai tempi in cui con il solo televisore in bianco e nero che c’era in casa la sera vedevamo il film western e apprendevamo la storia di questi luoghi che si mescola tra finzione e realtà. E questo passato, ci porta a sobbalzare, quando durante il viaggio, passi davanti il museo di Butch Cassidy, famoso bandito americano, di cui conosci le vicende estrapolandole da film e dalla storia. Se poi ti ritrovi a soggiornare in un villaggio nell’Idaho dove le case sono come quelle dei film western con le facciate alte, entri nei pub con gente con barba lunga e cappello da cowboy e in più ci metti un metro di neve polverosa e un freddo porco allora non capisci più se stai sognando o sei sveglio stai vivendo un sogno.
Cosa dire che forse non dormivamo ma un piccolo sogno lo abbiamo vissuto 10 giorni, vagando tra le catene dei Wasach e dei Tetons. Dove una bella ondata artica ci ha regalato condizioni spettacolari. Dopo il primo giorno un pò interdetti dove al cospetto Mt. Superior, nel Canyon di Little Cottowood ai piedi famosa stazione di di sci di Alta ci ritroviamo a scendere tra neve primaverile il 2 tree e cosi non sapevamo cosa aspettarci dai giorni seguenti. Invece la sciabolata artica ci ha catapultato nel sogno!
Il giorno dopo in piena bufera saliamo al Baker Pass tra il Raymond e il Gnobler Peak sotto una profonda nevicata che trasforma tutto in un paradiso per chi ama l’inverno e la neve. Continuiamo a farci affascinare dal big cottowood canyon e saliamo al mt. Wilson e il mt. Raynods e in seguito ad un anticima del mt. Superior tra metri di neve e 40 cm di polvere freddissima. Insomma forse le parole non rendono tanto come le immagini ma vi assicuro che come dicono gli inglesi we living the dream, vivevamo il sogno.
A metà viaggio ci spostiamo nei Teton al cospetto della mitica Jeckons Hole dove il mito del Corbet coloir ci segue fin dal infanzia. Tra l’altro proprio mentre eravamo a Salt Lake si teneva il King and Queen of the Corbett l’evento freestyle nel famosissimo canale di Jeckson Hole. C’è da dire che i Tetons sono unici un vero parco giochi per il backcountry. Dove scopriamo anche la filosofia del luogo che mi ha colpito, non so ancora dire in quale maniera ma mi ha affascinato e incuriosito. I local hanno una profonda cultura del backcountry o come lo chiamiamo noi scialpinismo, ma lo vivono in maniera differente dalla nostra. Noi siamo piu affascinati dalla vetta o dal canale o vallone. Nei Tetons la gente ama la linea, così anche quando arrivi al parcheggio e lo trovi pieno poi in giro incontri pochissimi sciatori sono tutti sparsi, magari sulla stessa montagna ma su linee diverse. E muovendoti in auto trovi tracce in luoghi improbabili nei boschi. Non importa se sei giunto in vetta ma la linea che tieni, o almeno così ci è sembrato. E non importa nemmeno a che ora parti gli sciatori partivano per la gite a tutte le ore. tanto al di là della luce per il resto non cambia. La neve polvere era e polvere rimane.
Così ci regaliamo alcune della classiche dei Tetons: 25 shorts al cospetto del Gran Teton, che si è rivelato solo al tramonto insieme ad un alce che abbiamo gentilmente accompagnato al parcheggio dell’auto seguendo le tracce di salita. Il Taylor Peak con una cresta fantastica che da accesso a mega valloni in cui i nostri sci raggiungono il famoso orgasmo delle spatole (cit. Yvan Estienne). Ci siamo lasciati stregare dai boschi della parte sud del Teton Pass giocando anche noi con le linee sciabili tra i boschi di abeti dove i tree hole erano sempre in agguato. E l’ultima nevicata sul mt. Glory ci ha letteralmente soffocato dalla powder, riportando la testa alla mitica Valle di Mamay in Siberia.
Insomma il west ci ha sempre stregato fin da piccoli e a distanza ormai di quasi 50 anni direi che continua a stregarci e credo che continuerà a farlo in futuro.
Zaf
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